Manarola, Cinque Terre - Liguria

Weekend in Liguria

‘Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi  ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi…’ cantava il poeta Fabrizio De Andrè parlando della sua Genova, città strana e particolare. Città dura e severa, come dura e severa è la sua gente che cammina con passo veloce tra i carrugi che si snodano oltre il Porto Antico. Per un turista, passeggiare in Via Prè e Via del Campo è certamente interessante soprattutto se si decide di partecipare ad un tour guidato che parte da Piazza Caricamento e che in due ore, fa vedere tutto quanto c’è da visitare nel centro storico, terminando il walking tour con la scoperta dei tre palazzi dei Rolli: Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Tulsi. Ma imperdibile dev’essere anche la scoperta del Mercato Orientale (via XX Settembre) ospitato in uno spazio coperto del 1899 che ospitava un chiostro di un complesso sacro che non fu ultimato. Qui, tra banchi di fiori e pescherie, potrete inalare profumi emanati da spezie e merci che in questo coloratissimo bazar, sono messi in vendita dai commercianti e, perché no?, addentare la vera focaccia genovese.

L’incanto delle cinque terre

Manarola, Cinque Terre
Foto di Kevin Botto

Tra terra e mare si snoda l’incanto di questo tratto di Riviera Ligure, patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono cinque borghi abbarbicati vertiginosamente su rocce immerse dal verde della natura e incorniciate dal blu cobalto del mare che qui può scivolare lentamente oppure infrangersi tempestoso. L’accesso alle Cinque Terre avviene approfittando di treni locali oppure tramite traghetti che fanno la spola a meno che non si decida (ed è la cosa migliore) di affrontare una bella camminata che offre l’opportunità di godere di scorci unici per la loro spettacolarità. Qui il territorio è Parco Nazionale e l’area marina è rigorosamente protetta. Il turista può godersi parte dei 18 km di costa rocciosa decidendo di fermarsi su qualche baia o minuscola spiaggetta per poi magari immergersi in profondi fondali cinti dall’alto da una catena di monti che corrono parallelamente alla costa. Qui, i terrazzamenti di un tempo sono ancora coltivati a vite e a olivo e i muretti a secco, sono l’unica barriera protettiva e si snodano tra mulattiere e sentieri.

Festival che passione

San Remo, Italy
Foto di Ross Harwood

Si deve alla sua posizione riparata perché ubicata in una insenatura difesa dalle montagne, il fatto che Sanremo presenti un clima mite che la differenzia da altre località della Riviera Ligure. Ed è agli inizi del ‘900 che iniziò il suo cammino nel mondo del turismo con la costruzione di alberghi, della funivia e del Casinò: tutti elementi indispensabili per rendere appetibile l’offerta all’esigente élite della Belle époque. Fu tuttavia intorno agli anni trenta che Sanremo si espanse, aumentando le strutture turistiche che ebbero il pregio di attirare un turismo internazionale che, dopo la pausa del conflitto, riprese a frequentare la cittadina e il suo mare. Poi, negli anni ’50 e quasi per combinazione, nacque qui il Festival della Canzone Italiana che, con il passare degli anni è divenuta una istituzione. Sanremo rimane un luogo di vacanza per una fascia ben precisa di villeggianti che sfruttano il mare e le spiagge sanremesi godendo di quel tocco di classe, che solo questo luogo può offrire.

Pesto e focaccia

Foccia e pesto alla genovese
Foto di Roslyn

Impossibile non legare alla Liguria il famoso pesto e la focaccia, vere chicche che contraddistinguono questa regione. Si può comunque affermare che la gastronomia ligure comprende tecniche di preparazione ed ingredienti che sono sia legati alla produzione locale (il famoso basilico di Prà, l’eccellente olio extravergine) sia a prodotti importati soprattutto da quelle zone che con la Liguria hanno avuto a che fare nel corso dei secoli (basti pensare al pecorino sardo, uno dei componenti del pesto). E’ tuttavia una cucina povera che miscela quanto in passato preparavano contadini, montanari e pescatori che utilizzavano esclusivamente prodotti comuni ed economici. Il pancotto (pancheutto), la zuppa di pesce (suppa de pescio), gli gnocchi di zucca (troffie de succa), la farinata, la barbotta, la focaccia al basilico (fugassa co o basceicou), la focaccia all'olio (fugassa all'euio),il prebiggion, il cappon magro, il pandolce, la torta Pasqualina sono tipici piatti di una gastronomia oggi rivalutata ma che per secoli è stata definita povera, tranne che nel gusto.

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