La regia Torino, prima capitale del Regno d’Italia, appare austera e sofisticata con le Alpi che la cingono come se fossero una corona regale. Se dobbiamo tratteggiare il Piemonte, bisogna partire proprio da questa città per iniziare un giro che ci consenta di conoscere questa regione. Torino che ha ospitato la dinastia dei Savoia, è stato il fulcro di quel potere che il Conte Benito Benso di Cavour ha maneggiato facendo e disfacendo la giovane nazione. Ma è stata anche la capitale indiscussa di quella rivoluzione industriale che a cavallo del XIX e XX secolo è stato il motore di una nazione ancora tutta da capire.
Torino è uno splendido Museo Egizio che conserva importantissimi reperti archeologici di quella affascinante civiltà, ma è anche luogo sacro dove si custodisce la Sacra Sindone. E che dire della credenza comune di città magica?
Passeggiando per il centro storico pare proprio di respirare quell’atmosfera liberty dove tutta l’effervescenza della nouvelle vogue marciava parallela alle conquiste industriali, aprendo il sipario su un secolo che sarebbe diventato foriero di conquiste a tutti i livelli.
Indiscutibile che ci sono territori preziosi nel Piemonte e, sicuramente tra questi, le Langhe. Dolci colline che giocano a rincorrersi tra loro con le montagne in lontananza, dove la cura della terra è ancora un bene prezioso. E dalla dura fatica di quel lavoro che ha origini antiche, ancora oggi si ricavano frutti preziosi.
Non sarebbe stata la patria dove si è originata la filosofia dello slow food, questa del Piemonte, se non ci fossero state le Langhe.
Dall’inimitabile tartufo bianco di Alba, alle nocciole gentili che sono un elemento prezioso con cui sposare il cioccolato, ai vini Barbera e Barbaresco: qui tutto parla di sapori genuini che vengono elaborati ancora secondo tradizioni per le quali, l’enogastronomia è un bene primario e non solo per alimentarsi. C’è differenza tra il mangiare ed il mangiare bene e qui, lo sanno perfettamente.
Che si tratti di un salume ancorato alla lavorazione che si faceva un tempo oppure ad un piatto tipico che utilizzi il riso che ricorda immani fatiche di mondine chine sulle risaie, tutto è slow. E tutto è buono.
Mesi dell’anno che innevano quelle Alpi non potevano essere sprecati e con l’evoluzione del turismo invernale, i piemontesi si sono attrezzati per offrire quello che molti altri non avrebbero potuto: la Via Lattea.
Un comprensione immenso tutto collegato –come si usa dire- sci ai piedi, e che è la felicità di ogni amante dello sci, è qui disponibile per abbeverare gli sportivi di tutto il mondo che trovano in centinaia di chilometri di piste perfettamente battute, il loro santo graal della neve.
Si può scegliere il tipo di impianto da utilizzare, la difficoltà della pista, la durata delle sciate che possono essere di sci alpino o di fondo, oppure dedicarsi al divertente snowboard in qualche snowpark appositamente creato per gli amanti di questa specialità: qui tutto fa sport invernali tanto da aver ospitato recentemente le Olimpiadi.
E che dire delle residenze Regie, decretate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità? Da Palazzo Reale di Torino, alla Residenza di Stupinigi, Palazzo Carignano, Castello del Valentino, Reggia di Venaria Reale, Palazzo Madama, Villa della Regina, Castello di Racconigi, Castello di Pollenzo, tante sono le residenze Sabaude che costellano il Piemonte e che sono silenti testimoni di un passato non troppo remoto nel tempo ma remoto nella sostanza.
Architetture e luoghi che richiamo un tempo nel quale esistevano di diritto solo valori assoluti ma che al giorno d’oggi rappresentano solo un’attrattiva per turisti desiderosi di ammirare stucchi, quadri, ambienti, tesori d’arte che non parlano più di caste e prerogative ma si limitano a raccontare la storia.
FESTA DEL PIEMONT
Se avrete modo di visitare il Piemonte la terza domenica di luglio potrete assistere alla festa del Piemnto che rievoca la storica battaglia dell’Assietta. Migliaia di persone insieme ai sindaci di Val Susa e Val Chisone salgono fino agli oltre 2500 mt. del colle dell’Assietta insieme ai figuranti del Gruppo Storico Pietro Micca di Torino vestiti con divise sabaude del XVIII secolo. Durante la giornata c’è la rappresentazione della battaglia che avviene tra il rullo di tamburi e il tiro (a salve) di cannoni da campo che avvengono tra lo schieramento sabaudo e quello francese.
La battaglia vede contrapposte le due milizie che iniziano il confronto esattamente alle dieci di mattina quando i francesi iniziarono il combattimento. Dalla parte sabauda le milizie austriache e valdesi che videro la morte di circa cinquemila soldati d’oltralpe e duecento sabaudi. Alla fine della rievocazione, un piatto di polenta per tutti (cotta rigorosamente nelle cucine da campo degli alpini presenti) sarà il lieto fine di una giornata che termina con musiche e balli recuperati da quell’epoca così a noi lontana.