Weekend a Piacenza

A Piacenza si respira un clima di piena convivialità, a partire proprio dalla tavola

Piacenza

Vale la pena visitare Piacenza? La risposta è decisamente sì, specie se si apprezzano la buona tavola, la storia e l’arte. La quiete ed i ritmi lenti sono ottimi compagni di viaggio per trascorrere piacevoli momenti in questa città che vale la pena visitare tutto l’anno, anche se il meglio si concentra in autunno e primavera, quando il clima è ideale per passeggiare, per scoprirne tutto lo splendore.

Dici Piacenza ed il pensiero non può che viaggiare a Palazzo Farnese, così come alle due statue equestri che si ergono davanti al Palazzo Gotico,  figure emblematiche ed evocative della città emiliana.

Prima di addentrarsi però nella cultura e nell’architettura della città è bene studiare la ricchissima proposta enogastronomica del territorio così da arrivare preparati all’appuntamento con la buona tavola: formaggi, vini, salumi e insaccati in genere sono tradizionali prodotti che hanno segnato profondamente la storia conviviale di Piacenza ma tra tutti i piatti che si possono consigliare spiccano i “pisareie faso”, i “tortelli con la coda” e la “bomba di riso”; quest’ultimo poi è un piatto particolarmente ricco e gustoso a base di carne di piccione, funghi secchi, grana piacentino e ovviamente riso.

Di tavola in tavola è bene ricordare un appuntamento che si ripete ormai da tanti anni e che riscuote sempre un successo incredibile: si tratta della “cena bianca”, evento eccezionale che ci celebra nel giorno del solstizio d’estate.

Le regole sono semplici ma quanto mai evocative: occorre indossare abiti con accessori bianchi ed ogni ospite è invitato a portare con se un fiore oppure una candela, anch’essi candidi.

La cena è completamente autogestita, ossia ogni partecipante porta con sé oltre a piatti e bicchieri (non sono ammesse stoviglie in plastica o carta) anche il cibo. Il filo conduttore di tutto l’evento è di certo la convivialità e non mancano infatti i curiosi, turisti o cittadini che si soffermano ad osservare questo insolito spettacolo, e che magari si aggiungono ai commensali o si limitano ad ascoltare il sottofondo musicale che accompagna tutta la cena.

Tante le cose da vedere, alcune da non perdere assolutamente

Piacenza

Ben ristorati ci si può immergere anima e corpo nelle bellezze di Piacenza. Palazzo Farnese è di certo uno degli edifici di richiamo di tutta la città: all’interno è possibile vedere la Madonna con Bambino del Botticelli, così come la collezione Rizzi Vaccari. Già di per sé è un motivo più che valido per visitare la cittadina emiliana. Se si aggiunge poi anche il Museo delle Carrozze, il quadro è completo. Gli occhi possono spaziare e godere degli splendi fregi che ornano le stanze farnesiane, dai soffitti agli stucchi, dai cortili, agli acciottolati.

La visita al complesso ha un costo approssimativo intorno ai 6 euro ed impegna solo un’ora e mezza circa.

Un’altra oretta abbondante si può investire per visitare la piazza Cavalli che si distingue per il palazzo gotico del ‘200, incompiuto e realizzato solo nel lato nord, che si affaccia proprio sul cuore pulsante del centro storico e per le statue equestri di Alessandro e Ranuccio. Non sfugge alla vista anche il meraviglioso portico con archi acuti rivestiti di pietra e marmo.

Sempre da visitare è i duomo dedicato a Santa Giustina e Santa Maria Assunta, edifici di piena epoca medioevale; lo stile è inequivocabilmente austero con chiare influenze romaniche e linee di un’eleganza imparagonabile. Senza soffermarci troppo sulle bellezze architettoniche, che sono tante ed un solo articolo, quindi, non sarebbe esaustivo, due parole sul Duomo piacentino sono doverose. Da piazza Cavalli si passeggia imboccando via XX settembre per arrivare al foro dove la cattedrale si erge e da cui prende il nome. La facciata in marmo rosa e il rosone sono i due elementi di spicco che si possono apprezzare a prima vista; ad accompagnare la possente struttura è il campanile che svetta a fianco dell’edificio e da cui si discosta per l’architettura. La torre campanaria è infatti di epoca posteriore rispetto al Duomo, ma nonostante lo stacco temporale si accompagna perfettamente alla struttura principale. La chiesa dedicata a Santa Giustina e S Maria Assunta al suo interno conserva pochi ma significativi affreschi e tra questi quello che orna la cupola, attribuiti al Morazzone a al Guercino.

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