weekend a Bagno di Romagna

A Bagno di Romagna alla scoperta della natura attraverso i ritmi lenti della tradizione

Bagno di Romagna
Foto di Luigi Rosa

A Bagno di Romagna si può trascorrere un weekend d’altri tempi tra cultura, benessere e ottimi prodotti locali.

Salendo il colle di Corzano, collocato a 678 metri sul livello del mare si trova il Santuario della Madonna (di Corzano), chiesetta eretta a metà dell’800. Al suo interno è conservata un’immagine della Vergine con bambino del 1400, traslata in questo luogo dall’antica chiesetta edificata nei pressi del castello. La zona, intorno a metà degli anni trenta dell’800, era scossa da forti terremoti e per questo gli abitanti si rivolgevano alla Madonna chiedendo l’intercessione della Beata Vergine affinché i movimenti tellurici finissero.

Immerso nella natura questo luogo da allora è meta di pellegrinaggi ma anche di escursioni.

San Piero in Bagno così come il suo territorio circostante è costellato di luoghi di fede e di arte e numeri alla mano sono ben 12 le maestà erette in queste zone.

Nei periodi primaverili o estivi, ma anche in quelli autunnali quando le condizioni meteo lo consentono, sono tanti gli escursionisti e i pellegrini che intraprendono il sentiero di Passo Serra.Si tratta di un percorso conosciuto fin dal medioevo con il nome “via peregrinorum” che veniva utilizzato per attraversare l’Appennino e dirigersi a Roma.

E’ una mulattiera perfettamente segnalata dal Club Alpino Italiano (il sentiero è il 177) e si imbocca da Gualchiere, poco distante da Bagno di Romagna, direttamente dalla strada statale 137 che conduce a Verghereto. L’itinerario è interamente segnato e la difficoltà del percorso è classificata come media. Sono circa 5 km di percorso per un dislivello di 635 metri e per raggiungere il Passo Serra occorrono 2 ore e mezza di cammino, ma vi assicuriamo che ne vale la pena, specie se pensate che questo antichissimo sentiero era percorso a dorso di mulo da fedeli che transitavano per queste zone ma che provenivano in buona parte da tutta Europa.

Il secondo tracciato conosciuto, che transitava e tuttora è presente in questi luoghi, è quello che da San Piero in Bagno conduce al Colle Corzano, dove si trova l’omonimo santuario di cui parlavamo poc’anzi.

Questo percorso era talmente famoso che nel 1788 il fiorentino Federico Mazzuoli lo riportò in una delle sue opere. Anche questo sentiero è interamente segnato e riportato anche dal CAI che lo ha classificato come percorso 193 e rubricato tra gli itinerari facili. Il dislivello è di soli 212 metri e si percorrono 1,2 chilometri. Dal punto di partenza a quello di arrivo occorre meno di un’ora.

Una delle leggende più conosciute di questo territorio è quella di Sant’Agnese e non è un caso che l’impianto termale che si trova in questa frazione sia proprio dedicato alla santa.

Già i romani conoscevano le virtù delle acque calde che scorrevano in questi luoghi e nel II° secolo dopo cristo qui sorsero i primi stabilimenti e le vasche per le immersioni. Nello stesso periodo sorse nei pressi di queste strutture un tempio dedicato al culto di una ninfa, così come riporta anche un epigramma di Marziale.

Quando il cristianesimo divenne la religione dominante questa divinità fu col tempo soppiantata da Sant’Agnese a cui lo stabilimento termale, riorganizzato ed ampliato, fu dedicato in via definitiva.

Le iniziative che si svolgono in questo territorio e in tutto l’arco dell’anno sono numerose e la valorizzazione di Bagno di Romagna così come delle piccole località circostanti, per non parlare del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sono valse a questo luogo il riconoscimento della bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano.

 

Le escursioni, anche queste sono possibili in tutto il periodo dell’anno, sono un ottimo incentivo per quanti amano la vita all’aria aperta. In primavera i profumi e i colori che rinascono dopo il lungo letargo invernale, accompagnano quanti desiderano passeggiare in mezzo ad una flora di incredibile bellezza. In autunno i colori si fanno più vividi e anche gli acquazzoni improvvisi non tolgono alcun fascino a questi luoghi in cui è la natura a dominare. D’estate sono in tanti quelli che alle spiagge affollate preferiscono le rive sassose dei torrenti e dei fiumi per prendere il sole e che alla salsedine privilegiano le gelide e tonificanti acque che scorrono limpide e zampillanti. L’inverno, invece è un’emozione continua: nel bianco delle nevi che spesso ammantano tutti i rilievi spiccano le cime vivaci degli abeti ed il silenzio avvolge completamente l’atmosfera. Solo lo scorrere delle acque ed il rumore della fauna in cerca di cibo rompono la quiete degli immensi spazi. Non di rado, infatti si incontrano cinghiali e caprioli che corrono liberi e a debita distanza dall’uomo o si intravedono tracce ben definite sulla terra o sulla neve che testimoniano il passaggio delle specie presenti. Nonostante questi luoghi siano molto frequentati il rispetto e gli equilibri sono molto forti e la diffidenza degli animali è tale che nessuno di essi si avvicina a chi attraversa i boschi, i monti e le valli. 

Da Ridracoli a Rio Petroso, fino a Strabatenza si possono incontrare sul proprio cammino stazioni di sosta dove riposare, fare scorta di acqua o pranzare. Sono state allestite nel corso degli anni, infatti delle vere e proprie zone da picnic e costruiti anche punti fuoco in cui poter cucinare in tutta sicurezza, tanto che nel periodo estivo moltissime famiglie trascorrono la domenica tra grigliate nei boschi ed un bagno al fiume.

Le tracce dell’uomo, quando queste zone erano molto più abitate sono rimaste e spiccano come una sorta di monumento alle civiltà del passato e Pietrapazza (che si trova all’interno del Parco) ne è un chiaro esempio.

E’ un suggestivo e piccolissimo borgo abbandonato: una chiesa, una canonica, un piccolo cimitero ed una manciata di case coloniche che sorgono come baluardi di una vita secolare che non c’è più. La sua desolazione non è centenaria, al contrario di quanto si possa pensare, ma a Pietrapazza c’è stata vita fino agli anni ‘70 e i documenti riportano come qui all’epoca vivessero addirittura 200 persone.

Questo piccolo frammento di storia è attraversato da sentieri escursionistici che si possono percorrere a piedi e in mountain bike.

Escursioni, trekking ma anche tante coccole in ben tre stabilimenti termali a quattro stelle

Bagno di Romagna
Foto di

Bagno di Romagna è una piccola località che spinge chi la visita ad alzare lo sguardo e col naso all’insù si possono notare splendidi dettagli che altrimenti sfuggirebbero agli occhi.

Basti pensare alla secolare Basilica di Santa Maria Assunta a fianco della quale spicca un campanile alto ben 32 metri. Aguzzando bene la vista si potrà notare come sul quadrante della torre dell’orologio siano riportati i numeri romani e i caratteristici gigli fiorentini.

Mantenendo lo sguardo rivolto al cielo e spostandosi di qualche chilometro che si possono ammirare i resti della Rocca di Corzano, così come ciò che rimane del castello della Rondinaia o i merli della torre campanaria di San Piero in Bagno.

Per avere notizie su eventi, percorsi ed itinerari più approfonditi è bene dare un’occhiata al sito internet della redazione locale dell’ufficio turistico regionale.

La tradizione e la fantasia in questi luoghi si mescolano dando vita a leggende e divertenti attrazioni come il sentiero degli gnomi, suggestivo percorso di soli 2 chilometri dedicato ai più piccoli che si arrampica tra il folto della vegetazione in un tracciato semplice e sicuro; qui i bambini fanno le loro prime esperienze a contatto con la natura e la maestosità della flora e della fauna, imparando a riconoscere gli animali e le loro tracce, ma anche la tradizione e la storia del territorio con un tocco di fantasia coinvolgente che non guasta mai.

Ciò che possiamo aggiungere noi è che chi sceglie Bagno di Romagna per trascorrere un weekend si troverà di fronte ad un luogo in cui il “vivere slow”; è davvero una forma mentis che si riflette nella cordialità della comunità montana, nella qualità dei prodotti tipici del territorio e in una lunga sfilza di servizi che fanno di Bagno di Romagna una piccolo tempio dell’ospitalità.

Basti pensare alle terme, che nel corso dei secoli si sono trasformate sempre più per offrire ai turisti che visitano questi splendidi luoghi tante attenzioni, coccole e piacevoli momenti da trascorrere da soli o in compagnia.

Le acque,  bicarbonato – alcalino – sulfuree minerali sono note fin dall’epoca romana e sgorgano dalla terra ad una temperatura di 45 gradi: per poter essere utilizzate ed applicate in una vasta gamma di terapie sono portate a 39°.

Oggi sono tre i centri termali di questo territorio che propongono servizi adatti alla cura di artropatie, infiammazioni articolari e delle vie respiratorie, ma ciò che in questi luoghi si promuove non è solo la cura di se stessi ma anche la cultura della prevenzione.

Classificato dall’assessorato alla sanità della Regione Emilia Romagna come livello super, il centro termale del Roseo Euroterme Wellness Resort vanta ben 4 stelle.

Il centro benessere  offre numerosi servizi, tra visite specialistiche ed accertamenti diagnostici, ma anche fisiocinesiterapia e riabilitazione neuromotoria e poi qui troviamo centro benessere, maschere di bellezza, massaggi e palestra: un “all in one” che si rivolge a singoli, coppie e famiglie. Il Roseo Euroterme dispone di un’ampia selezione di pacchetti termali e di servizi collaterali come escursioni e gite.

Anche il Grand Hotel Terme Roseo vanta 4 stelle e servizi eccellenti con la possibilità di trovare proposte per tutti i gusti e i budget di tempo. Si va dagli ingressi giornalieri a quelli settimanali, dai weekend ai “midweekend”. Prendetevi una pausa di relax e quantomeno provate la grotta termale, per un trattamento che dura dai 10 ai 20 minuti. Questa esperienza è indicata per combattere lo stress ed è nota per le sue peculiarità detossinanti.

L’hotel mette a disposizione inoltre una splendida piscina termale ed è dotata di Beatuy Farm.

L’Hotel delle Terme “Sant’Agnese” completa l’offerta proponendo una cucina ricercata ma realizzata con prodotti tipici locali, un’accoglienza fuori dal comune, una piscina termale per riconquistare il proprio equilibrio psicofisico. Queste sono le terme pubbliche più antiche dell’Emilia Romagna e la loro “longevità” sono la chiara dimostrazione della qualità dell’offerta. Acque termali, medicina estetica, fanghi si accompagnano ad una SPA specializzata in percorsi benessere, trattamenti viso e corpo e massaggi per tornare in piena forma. Anche in questo caso vengono organizzate escursioni in bici o trekking offrendo così un pacchetto completo in grado di accontentare tutti.  

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Cosa mangiare a Bagno di Romagna Per chi è alla ricerca di nuovi sapori

Squacquerone
E’ un formaggio fresco e cremoso di colore bianco caratteristico Romagnolo, oggi diffuso non solo in Emilia Romagna . Si usa metterlo sulle piadine.
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Tortellini in brodo
Piatto tipico emiliano e composti da sfoglia ripiena di carne, prosciutto, mortadella, uova, parmigiano e aromi e poi cotti nel brodo.
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Zuppa di anguille
Tipico piatto di Comacchio dove le anguille si preparano con cipolla, odori, pomodori, scorza di limone e aceto.
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Piadina
Semplice impasto di farina, strutto e sale trasformato in un disco cotto su un piano di pietra e servito guarnito di prosciutto e squaquarone
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Zampone
Prodotto con un impasto di carni suine, avvolto dall'involucro formato dalla zampa di un maiale e dopo averlo lessato si gusta da solo o con lenticchie.
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Cappellacci
Piatto ferrarese a di base è la zucca. La loro forma ricorda, cappelletti e tortellini e vanno serviti o in brodo o burro e salvia.
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Prosciutto
Insaccato prodotto dalla coscia del maiale che viene conciata e stagionata in appositi depositi. Il più famoso per la sua dolcezza è quello di Parma.
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Tagliatelle al ragù
Si deve fare rosolare nel burro la carne di vitello tritata, prosciutto, carota, sedano, cipolla, pomodori e facendo cuocere il sugo che condirà le tagliatelle preparate in casa.
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