Weekend a Lugo

Lugo terra di conquista e di lotte tra impero e papato e centro del commercio della Romagna

Lugo

Si sa che è di origine romana tuttavia per trovare le prime notizie storiche di Lugo è necessario risalire all’undicesimo secolo, dove in alcuni documenti si parla di “lucus” che significa bosco: è qui che troviamo le prime e frammentarie notizie di questa località, una città che si identifica con quel meraviglioso castello voluto da gli arcivescovi di Ravenna. Lugo è terra per eccellenza di storici scontri tra papato e nobiltà e sia il castello che il territorio sono tornati più volte sotto le influenze della chiesa ravennate. Tra una conquista e l’altra la città è passata per le mani dei conti di Cuneo e di Federico Barbarossa. Fu intorno al 1200 che Lugo trovò un po' di pace e di serenità e divenne così un luogo tranquillo grazie agli equilibri politici raggiunti che tra l’altro permisero alla zona di svilupparsi e di crescere sia territorialmente che dal lato economico. 

Fu per mano di Uguccione della Faggiola che il castello fu ricostruito e per tutta la prima metà del Trecento si avvicendarono prima le signorie dei Da Polenta di Ravenna poi dei Popoli di Bologna e infine dei Visconti che furono cacciati nel 1354 dal cardinale Albornoz. Storicamente un altro punto chiave per lo sviluppo della città avvenne con la devoluzione dei territori Estensi alla Chiesa. Le vicende della casa d'Este si intrecciarono in maniera inscindibile con il territorio di Lugo ed è proprio a questo periodo che risale la bonifica delle zone del Santerno, del Senio e la ricostruzione definitiva del castello.

Il centro urbano della città si sviluppa proprio da qui, attorno alla Rocca: è un grandioso fortilizio che ebbe tanta parte nella storia cittadina e che oggi è sede del Municipio. L’edificio al suo stato attuale risale a metà del sedicesimo secolo ed il mastio fu fatto costruire da Uguccione della Faggiola alla fine del Duecento. Di fronte alla Rocca fu inoltre eretto il Pavaglione, la sede di mercato del baco da seta, completato alla fine del 1700.

Il Pavaglione è stato sottoposto ad un' accurata opera di restauro nel 1984 ed oggi ospita le caratteristiche botteghe che si aprono all'interno della struttura, sotto i portici, e ora come 200 anni fa qui si tiene il mercato settimanale, la fiera, e numerose rassegne economiche e culturali, specie d'estate.

Lugo è di certo rinomata per i suoi mercati e tutt'ora è uno dei maggiori centri del commercio di tutta la regione per estensione e numero di espositori: conta quasi 600 commercianti che tutti i mercoledì popolano il cuore della città e sono frequenti i mercati dell'antiquariato, dell'artigianato artistico e del collezionismo. Ogni sabato mattina in piazza Primo Maggio si tiene il mercato del contadino dove produttori agricoli offrono una ricca varietà di frutta e verdura raccolti nelle strette vicinanze assicurando un’altissima qualità e un basso impatto ambientale. Qui si trova una cultura agroalimentare particolarmente radicata che trova la sua massima espressione nei venerdì dei “biomerchè”, il mercatino dei prodotti biologici ed erboristici che si tiene con cadenza settimanale nel tardo pomeriggio sotto le logge del Pavaglione.

Altri eventi di rilievo sono il “Lugo Opera Festival” nel corso del quale importanti nomi del panorama musicale italiano e straniero arrivano in città per partecipare alla rassegna e l'ultimo fine settimana di settembre si tiene “Rombi di Passione”, un evento che trasforma la Lugo in un circuito spettacolare dove gli amanti delle moto e delle auto antiche e moderne possono trovare pane per i loro denti.

Lungo l'attuale corso Matteotti si trova l'antico ghetto ebraico costituito nel 1636; esso disponeva di una sinagoga, di una scuola, un ospedale e la porta che vi dava accesso sorgeva nei pressi della chiesa settecentesca della Madonna delle Grazie. La chiesa del Carmine venne costruita verso la metà del Settecento sopra una precedente costruzione risalente all’inizio del XV secolo.

L'interno è molto semplice ad una sola navata con tre cappelle laterali; bello in particolare, il gioco di luci creato dalla doppia calotta traforata dell’abside.

C'è poi San Francesco chiesa risalente la prima metà del XIII secolo ricostruita nel 1761 da Cosimo Morelli.

La primitiva origine della Rocca risale al dodicesimo secolo poi distrutta nel 1218 dai faentini e quindi riedificata alla fine dello stesso secolo da Uguccione della Faggiola. La torre di nord ovest conserva ancora la struttura e il nome del condottiero ghibellino. Il massimo splendore della Rocca fu comunque raggiunto durante il sedicesimo secolo; il quartiere dei Principi allora ospitava personaggi illustri e il fortilizio divenne sede dei governatori pontifici ed i ministri della giustizia. Alcune parti della fortezza vennero poi impiegate come carceri e all'inizio del 900 i restauri si estesero dal mastio fàgiolano ad altre zone, fino al cortile del castello dove si trova una “vera da pozzo” di età quattrocentesca che riporta lo stemma dei Borso d'Este

Sempre all'interno della Rocca di indiscutibile valore anche il giardino pensile realizzato a cavallo tra il 1700 e il 1800 quando le funzioni di fortificazione difensiva della Rocca divennero inutili e i bastioni di sud ovest furono così interrati. Si tratta di un'area di circa 1000 metri quadri che vi permetterà di prendervi un po' di relax e di godere di una bella vista sulla città. Qui nel periodo estivo viene attivato un ristorante a cielo aperto dove si può cenare romanticamente sotto le stelle.

 

La biblioteca intitolata a Fabrizio Trisi è un altro luogo che merita più di una visita. Fu costruita intorno al 1600 e subì diverse trasformazioni e destinazione d'uso. Finalmente tra il 1800 e 1900 fu arricchita da una collezione di libri e vennero acquistati importanti fondi documentali da parte dell'amministrazione comunale. Oggi in questo luogo si conservano oltre 220 mila volumi tra manoscritti autografi e altre edizioni di pregio. Dei fondi che vale la pena ricordare ci sono quelli dell aviatore Francesco Baracca, del bibliofilo Pietro Cavallini e del regista e produttore cinematografico Gian Vittorio Baldi. In questa biblioteca che fa parte della rete bibliotecaria di Romagna vengono organizzati spesso eventi e attività di promozione culturale.

Le origini di Lugo si perdono nella notte dei tempi, un fatto attestato anche dai più antichi reperti rinvenuti a Fornace Gattelli che risalgono addirittura al V° millennio avanti Cristo. La scoperta di questo luogo fu del tutto casuale e risale al non così lontano 1982; gli scavi hanno permesso di portare la luce una capanna una recinzione da altre strutture accessorie antichissime.

C’è una traccia profonda che passa per la Meridiana dei Popoli, Francesco Baracca e Gioacchino Rossini

Lugo

Un momento da vedere è di tutt'altro periodo, visto che è stato realizzato nel 2014, all'incrocio del Cardo e Decumano (assi principali di identica centuriazione romana che caratterizzano la città di Lugo), è la Meridiana dei Popoli opera dell'artista e light designer Mario Nanni. Quest’opera è nata qui al termine di un concorso per la realizzazione di un monumento celebrativo che richiamasse i valori fondanti della Repubblica e della Costituzione, oltre alle lotte di liberazione e ai valori fondanti d'Europa.

L'immenso momento altro non è che una gigantesca porta d'acciaio alta ben 21 metri rivolta simbolicamente verso nord cioè verso Ferrara, zona da cui veniva la famiglia Este.Da un lato della porta si trovano le date più significative della storia di Lugo mentre dall'altra parte è stato trascritto inglese dialetto romagnolo in alfabeto Brail un testo poetico. Verso la base della porta si trova poi un bronzo che richiama la Costituzione Italiana mentre in alto spicca un uovo che rappresenta la perfezione e la fiducia nel futuro.

La Meridiana dei popoli guarda in alto così come fa il momento delicato a Francesco Baracca che sorge nella piazza omonima. Subito dopo la sua morte avvenuta nel 1918 vennero promosse iniziative per celebrare il pilota nato a Lugo che ricevette una medaglia d'oro al valor militare. Il monumento fu realizzato dallo scultore faentino Domenico Rambelli, già autore di opere dedicate ai caduti sia a Viareggio che a Brisighella. L'opera intitolata a Francesco Baracca, asso dell'aviazione italiana che si distinse durante la seconda guerra mondiale, fu inaugurata il 21 giugno del 1936 alla presenza del Duca d'Aosta. Si estende per un'area di 1040 metri quadri ed è interamente rivestito di travertino di Tivoli, mentre la statua di bronzo è alta 5 metri 70 e si trova su un basamento sul quale sono riportate le località delle vittorie di Francesco Baracca e le relative date.

L'ala che accompagna il monumento riporta i simboli dei reparti a cui Baracca appartenne sia in cavalleria che in aeronautica ossia il cavallino rampante e l'Ippogrifo.

A Francesco Baracca è delicato anche un intero museo istituito nel 1926 dal Comune di Lugo. Qui prende il via un vero e proprio itinerario cittadino. Si possono vedere aerei, arredi, documenti ed un ricco patrimonio legato al volo e alla seconda guerra mondiale più in generale. Un patrimonio da fare invidia hai maggiori e più blasonati luoghi della cultura europei.

In città si trova poi la cappella sepolcrale dedicata a Baracca che nella sua sontuosità è legata anche a vicende simboliche pittoresche. L’arca monumentale che accoglie le spoglie dell'aviatore lughese è stata ricavata dal bronzo fuso dei cannoni austriaci catturati nel corso della seconda guerra mondiale.

Per la serie “forse tutti non sanno che”, inoltre, la storia racconta della permanenza di Gioacchino Rossini proprio a Lugo. In città è perfettamente conservata anche la casa paterna e l'organo su quale il compositore si è esercitato negli anni di permanenza in quel di Lugo. C'è inoltre da ricordare che la chiesa del Carmine ricostruita a metà del Settecento in stile barocco custodisce un famoso organo a canne sul quale il giovane Rossini si dilettava ad esercitarsi.

Al maestro Rossini è dedicato non a caso anche il Teatro Comunale costruito a metà del 1700 ed entitolato proprio a Rossini nel 1859.

La splendida sala è suddivisa in quattro ordini di palchi a cui si aggiunge anche il loggione. È  un tipico esempio dei teatri all'italiana e il suo interno lo avvicina, per somiglianza, al Teatro Comunale di Bologna opera di Bibiena.

Per chi ama la bici esiste una itinerario ciclabile nella campagna lughese, una sorta di viaggio nel tempo che attraversa 200 anni della civiltà contadina del territorio. Si possono percorrere questi luoghi con andatura tranquilla osservando i pieni colori che queste campagne mostrano in ogni stagione. Potete interrompere poi la vostra pedalata per concedervi una sostare in qualche osteria nei pressi del tracciato, osservare i vecchi mulini e gustare la splendida natura della campagna.

A pochi chilometri da Lugo si trova l'antica pieve “Chiesa di Campanile” antico luogo di sosta lungo la via dei pellegrini. L’edificio si trova nella piccolissima frazione di Santa Maria in Fabriago. Della pieve spicca sicuramente la torre campanaria a forma cilindrica in perfetto stile bizantino ravennate che risale al nono secolo.

Sono i cinque chilometri poi che separano Lugo dall'areoporto Francesco Baracca che si trova, invece a Villa San Martino e qui si trova la scuola nazionale per elicotteristi. In questa location si tengono non di rado eventi spettacolari e voli acrobatici. Avete ancora qualche dubbio?

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Prodotto con un impasto di carni suine, avvolto dall'involucro formato dalla zampa di un maiale e dopo averlo lessato si gusta da solo o con lenticchie.
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Cappellacci
Piatto ferrarese a di base è la zucca. La loro forma ricorda, cappelletti e tortellini e vanno serviti o in brodo o burro e salvia.
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Si deve fare rosolare nel burro la carne di vitello tritata, prosciutto, carota, sedano, cipolla, pomodori e facendo cuocere il sugo che condirà le tagliatelle preparate in casa.
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Prosciutto
Insaccato prodotto dalla coscia del maiale che viene conciata e stagionata in appositi depositi. Il più famoso per la sua dolcezza è quello di Parma.
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Anolini
Gli anolini parmensi sono un composto di mollica, parmigiano, uova e spezie. Generalmente si servono in brodo.
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Squacquerone
E’ un formaggio fresco e cremoso di colore bianco caratteristico Romagnolo, oggi diffuso non solo in Emilia Romagna . Si usa metterlo sulle piadine.
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Piatto tipico emiliano e composti da sfoglia ripiena di carne, prosciutto, mortadella, uova, parmigiano e aromi e poi cotti nel brodo.
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Piadina
Semplice impasto di farina, strutto e sale trasformato in un disco cotto su un piano di pietra e servito guarnito di prosciutto e squaquarone
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